Gli italiani hanno sempre visto nel mattone, dunque nella proprietà immobiliare, il modo più sicuro e redditizio per investire i loro risparmi, sia quando acquistano un’abitazione per andarci a vivere, sia quando la comprano per metterla a reddito.
Ma cosa sta accadendo ora che il mercato immobiliare sta vivendo una delle peggiori crisi dagli anni ’50 ad oggi?
E’ ancora vero che gli italiani amano il mattone o hanno iniziato ad odiarlo?
In un denso e approfondito articolo apparso su Il Sole 24Ore vengono riportati i dati di Nomisma e di Bankitalia sulle compravendite degli immobili e il quadro delineato dice chiaramente che gli italiani hanno smesso di credere che il mattone sia un investimento sicuro. Dal 2006, infatti, le compravendite sono diminuite del 50% mentre sono 500.000 le nuove case che non si riescono a vendere. Se a queste aggiungiamo quelle di vecchia costruzione, gli immobili invenduti salgono a 1 milione!
I motivi di tutto questo sono evidenti:
-
i mutui che difficilmente vengono concessi
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le tasse che aumentano (aliquote aumentate e la riforma del catasto che determinerà costi sempre più alti)
e le previsioni non sono per niente rosee, visto che con la crisi in atto anche il calo dei prezzi non aiuterà il mercato del mattone a risollevarsi.
Sul fronte dell’ottimismo, invece, si colloca l’Agenzia delle Entrate che ha pubblicato i dati relativi ai primi 6 mesi del 2014 (fonte: Agenzia delle Entrate ), segnalando un aumento delle compravendite dell’1,2% e a livello locale una lunga serie di segni +
- Firenze +10,7%
- Roma +8,5%
- Bologna +6,53%
- Perugia +3,8%
- Palermo +3,4%
- Milano +2,5
Ma tutto questo ottimismo ha delle basi reali?
Secondo me no!
Leggere un +6% di compravendite in molte città italiane potrebbe sembrare, ed è proprio ciò che ci vogliono far percepire, un dato molto positivo. Ma nessuno degli analisti ha ricordato che abbiamo perso 400.000 compravendite all’anno.
Nessuno ha sottolineato che migliaia di operatori del settore hanno subito pesantemente una crisi del settore immobiliare che non si vedeva così dal dopoguerra.
Saper leggere i numeri vuol dire saperli confrontare nel modo giusto e in questo caso leggo del +6% in molte provincie italiane, ma se mostrato così è un dato falso!
Fare il 6% su 400.000 compravendite dell’anno precedente non è la stessa cosa di farlo sui dati del 2007, quando avevamo 800.000 vendite/anno.
Quindi stiamo attenti ai facili “fuochi di paglia”!
Portiamo a nostro vantaggio questa condizione per cambiare veramente l’approccio e l’atteggiamento con il nostro cliente, che in 10 anni è completamente cambiato.
Dobbiamo continuare ad innovare per star dietro anche alla tecnologia che ha tolto clienti in tutti i settori, anche in quelli sembravano inattaccabili.
Qualche esempio:
Uber = taxi
AirBnb = fitto case
Booking = Agenzie di Viaggio
e potrei continuare con una lista lunghissima, semmai aggiungeteli anche voi per altri settori che non conosco.
In definitiva dobbiamo cambiare, se non vogliamo essere cancellati da qualcun altro.
Se vuoi sapere quali sono oggi le alternative per far fronte alla crisi immobiliare
guarda questo video!
Intanto tranquillo, continuerò ad aggiornarti su questi e altri sviluppi che riguardano il settore immobiliare, ma tu non perderti nemmeno un articolo:
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