Quando era ragazzo Donald Bren, il più grande investitore immobiliare americano (secondo Forbes, 15,2 miliardi di patrimonio personale) lavorava come carpentiere presso l’azienda del padre.
Non ne avrebbe avuto bisogno perché apparteneva a una facoltosa famiglia di Los Angeles. Eppure suo padre, imprenditore nel campo cinematografico, ci tiene che i suoi figli imparino la lezione del duro lavoro sulla loro pelle.
Il suo genitore non vuole che i suoi figli crescano come rammolliti e viziati e, sempre per lo stesso motivo, li fa frequentare una scuola pubblica, e non una di quelle pensate per i figli delle elite californiane.
Solo da grande Donald, evidentemente questo nome porta bene :-), capisce quanto è importante la lezione paterna: essere esposto subito alla realtà delle cose, sarà fondamentale per determinare il successo della sua vita imprenditoriale.
Da ragazzo perfezionista e competitivo
Da giovane Bren si distingue per il suo perfezionismo, anche nelle piccole cose. Abile con i lavori manuali, si diverte a mettere a nuovo auto datate.
Ha un occhio clinico per ogni particolare, come ricorda suo fratello: «Trascorreva ore in garage per sistemare ogni dettaglio. Ogni cosa doveva essere perfetta. Iniziava con la A e terminava con la Z utilizzando un vera e propria lista di cose consecutive da fare ».
Questa sua capacità l’avrebbe trasferita nel business, quella cioè di valutare tutti gli elementi di un affare immobiliare, per fare poi la scelta migliore.
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Il perfezionismo si accompagna a un’altra qualità . Quella di essere estremamente competitivo, una qualità fondamentale per essere un buon investitore immobiliare.
È un campione di sci e solo un incidente sfortunato, un grave infortunio all’anca, lo costringe a rinunciare alla partecipazione alle Olimpiadi. Ma non tutti i mali vengono per nuocere.
L’incidente lo aiuta a capire che non è grazie allo sport che si sarebbe fatto strada nella vita, ma nel business dell’immobiliare, come scopre molto presto. A soli 25 anni.
A 25 anni fonda un’azienda con 10mila dollari
Dopo l’incidente, decide di arruolarsi tre anni nel corpo dei marines, un’esperienza che gli insegna il valore del lavoro di squadra, fortemente individualista ha sempre pensato di potersela cavare da solo.
La parentesi militare lo aiuta a capire quanto la sua visione sia sbagliata.
A 25 anni decide di provare a mettersi in proprio, fondando la sua società , la Bren Company.
Allora intuisce che Orange County, una contea dello Stato della California, avrebbe avuto un boom negli anni a venire, come nuovo quartiere per famiglie ricche.
Costruisce la prima casa sulla Lido Isle in Newport Beach.
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La sua abilità maggiore è la vision: è riuscito prima degli altri a immaginare il boom immobiliare dell’area. Allo stesso tempo, investe a Mission Viejo in California, quasi 500mila metri quadrati di terreno, per favorire la costruzione di un’intera città .
Quando ha abbandonato per poi tornare
Nel 1970 si trova di fronte a una delle scelte più importanti della sua intera vita, la sua azienda non fa più i numeri di una volta.
Lo scenario, d’altronde, non è proprio ottimistico. La crisi immobiliare sta colpendo gli Stati Uniti.
Sono questi i dubbi quando arriva una di quelle offerte che è difficile rifiutare, International Paper, una delle più importanti multinazionali della carta, offre 34 milioni per comprare la Bren Company. È scettico.
Sa che è il momento giusto di vendere, ma allo stesso tempo è consapevole che cedendo avrebbe distrutto il sogno di tutta una vita. Alla fine prevale l’aspetto razionale e il œperfezionista dopo aver valutato la questione nei minimi dettagli, decide di accettare l’offerta.
Un vero colpo al cuore, ma necessario. Tuttavia, non si distacca mai dal pensiero della sua azienda e si prepara al gran ritorno dopo solo qualche anno. International Paper attraversa a sua volta un periodo complesso. Si vocifera che voglia cedere proprio la Ben Company per rientrare da una situazione debitoria difficile.
Donald decide di farsi avanti. Offre 22 milioni e alla fine riesce a riavere indietro quello che era suo. Alla fine dell’affare ci avrà guadagnato 12 milioni di dollari. Niente male.
Il grande colpo che lo rende il migliore di tutti
Bren aspetta il grande colpo. Lo ha atteso per tutta una vita.
Nel 1977 viene messo in vendita un terreno di ben 185mila metri quadri. La proprietà appartiene a un proprietario scozzese, tale James Irvin, che l’ha poi trasferita a una organizzazione non profit, poco prima di morire nel 1886. La Fondazione vuole vendere la proprietà a seguito dei cambiamenti nella tassazione che hanno reso i costi di gestione troppo alti. L’Irvin Ranch può essere un affare d’oro.
Il terreno si estende lungo tutti la costa del pacifico e occupa il 20% della contea. Già altre grosse aziende prendono di mira la proprietà , alcune belle grosse come la ExxonMobil. Non ci dorme la notte. Sa che è quella l’opportunità che sta aspettando da una vita. Purtroppo non ha i soldi necessari per comprarla.
L’investitore immobiliare non demorde
E cerca partnership per aumentare il capitale iniziale di offerta. Allora riesce a convincere, Alfred Taubman, specializzato nella creazione di centri di shopping, a partecipare con lui: avrebbe messo il 40% della cifra totale. Un’altra parte dei soldi i due la recuperano con alcuni prestiti bancari. In totale raccolgono 337,4 milioni, con cui acquistano l’Irvine Ranch.
Tuttavia, le cose si complicano quando Taubman decide di vendere una quota consistente della sua proprietà ad alcuni amici. Bren avverte puzza di bruciato. Troppe le persone coinvolte e teme di perdere il controllo della situazione (lui è l’azionista di maggioranza). Allora chiede un ulteriore prestito, questa volta 560 milioni con cui acquista le quote degli altri possessori, in pochi anni arriva a possedere l’86% dei titoli, in seguito, nel 1996 riuscirà a diventare l’unico proprietario.
Donald Bren, il migliore di tutti
Oggi è il migliore investitore immobiliare americano. Le sue proprietà superano i 110 milioni di metri quadri: 500 uffici, 50 centri commerciali e oltre 50mila appartamenti, ma anche interi edifici e alberghi, molti dei quali situati a Orange County.
Quello che sorprende di uno dei 50 uomini più ricchi degli Stati Uniti oltre all’acume nel fare business, è la sua filantropia.
Nella sua vita ha donato quasi 1,3 miliardi di dollari in opere filantropiche, soprattutto in campo educativo. Con i finanziamenti alla University of California con la fondazione da lui creata la Donald Bren Foundation.
L’ente benefico negli anni si è occupato di finanziare cause ambientaliste ed è molto attivo oggi nel campo della ricerca medica: «Considero la filantropia come una partnership. Una accordo che faccio con una comunità per aumentare il valore della mia azienda e del posto dove decido di investire », spiega
La filosofia di Donald Bren in tre frasi
A 83 anni non ha ancora passato il timone e segue ancora la sua azienda. Personaggio schivo, appartiene a un mondo imprenditoriale diverso, dove i grandi affari si facevano lontani dalla luce dei grandi riflettori. Malgrado le poche apparizioni pubbliche, è riuscito a offrire delle perle di saggezza, utili a chiunque voglia diventare investitore immobiliare. Ecco tre delle sue frasi più celebri.
«Quello che ho imparato durante la mia carriera è che più tempo possiedi una proprietà , più potrai creare un valore per te e per gli altri e avere qualcosa di tangibile da mostrare »
«Penso che una buona istruzione sia il dono migliore che una persona può fare alle giovani generazioni »
«Non sono un personaggio pubblico. Sono un costruttore, un pianificatore. La mia soddisfazione nasce quando so di aver fatto bene il mio lavoro. E non quando faccio interviste per aumentare la mia popolarità ».
Impariamo dalle sue profonde parole.
Giancarlo Donadio