Grazie al Ddl Concorrenza la compravendita di un immobile ad uso non abitativo non richiede più l’intervento del notaio.
Per aumentare la competitività di alcuni settori professionali e per stimolare la crescita economica, il Governo ha deciso di semplificare e liberalizzare alcune attività , tra cui quella dei notai, che non saranno più necessari per piccole compravendite immobiliari. Nell’Art. 29 del Ddl Concorrenza, infatti, si legge che in caso di cessione o donazione di beni immobili adibiti ad uso NON abitativo e dal valore catastale non superiore a 100.000 euro non sarà più necessaria l’autenticazione dell’atto da parte del notaio, ma basterà l’autentica di un avvocato o di un commercialista.
Compravendite e donazioni immobiliari senza la firma del notaio.
La nuova misura del Governo permetterà il passaggio di proprietà di negozi, garage e cantine con una semplice scrittura privata che andrà sottoscritta da un avvocato o da un commercialista, rendendo così molto più semplice e snella una compravendita, che secondo la versione attuale della norma avverrà gratuitamente, salvo il rimborso delle spese sostenute dall’avvocato o dal commercialista a cui ci si rivolge.
La firma degli avvocati anche per i mutui.
Anche la richiesta di un mutuo ipotecario potrà fare a meno del coinvolgimento del notaio, che sarà sostituito dall’avvocato anche per la stipula di questo ulteriore atto pubblico.
La reazione dei notai.
Ovviamente, la proposta di legge ha scatenato la reazione immediata dei notai che, attraverso il Consiglio del notariato, hanno evidenziato i rischi connessi con questo intervento legislativo, soprattutto per quel che riguarda il controllo antiriciclaggio finora garantito proprio dagli interventi dei notai.
Secondo i notai, infatti, il Ddl avrebbe questi esiti:
- chiunque può trascrivere un atto senza controllo di identità e c’è il rischio che possano essere venduti patrimoni altrui;
- chiunque può trascrivere atti senza controllo di regolarità e ciò significa che possono essere venduti anche beni abusivi;
- evasione fiscale, perché si possono vendere beni acquistati attraverso atti mai registrati o mai trascritti o mai volturati;
- riciclaggio di patrimoni di natura mafiosa, perché verrebbe a mancare il controllo sull’antiriciclaggio.
Il cittadino ci perde e le banche ci guadagnano.
Ma il punto fondamentale per cui l’intervento del Governo Renzi non colpisce le lobby come vuol far credere è che consegna direttamente alle banche e alle assicurazioni il controllo e la gestione del mercato immobiliare. Accadrebbe, infatti, che i grandi istituti di credito come Unicredit e Gruppo Intesa Sanpaolo si occuperebbero di tutta la filiera che va dalla compravendita dell’immobile, all’erogazione del mutuo e alla stipula dell’assicurazione sull’immobile, con la conseguenza di vincolare i clienti concedendo assicurazioni solo dopo aver acceso un mutuo.
Senza dubbio ci sarà una semplificazione per gli utenti italiani, ma siamo sicuri che questo intervento non si ritorcerà contro i cittadini, costringendoli a rivolgersi ai grandi gruppi bancari e imprenditoriali affamati di business e di controllo finanziario?
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Buona Vita,
Antonio Leone