Il dubbio più frequente che si ha quando dobbiamo mettere a reddito un’immobile è la scelta del tipo di canone da applicare ¦.
Canone concordato o canone libero?
Sia per il locatario che per il locatore è fondamentale conoscerne la differenza.
In questo articolo ti spiego le caratteristiche e cosa è il canone concordato, e perché può essere la soluzione migliore per tutti.
Il canone concordato
Per canone concordato si intende una tipologia di contratto di affitto, caratterizzata dall’importo regolato e fisso che il locatario corrisponde al proprietario dell’immobile.
L’importo del canone deve essere compreso in una fascia tra un valore minimo e uno massimo come stabilito negli accordi territoriali.
Negli accordi territoriali ci sono tutte le indicazioni utili al calcolo del canone sulla base di precisi parametri, come le caratteristiche dell’immobile, ubicazione, e durata del contratto.
È chiaro che non esiste una formula generica per il calcolo del canone concordato ma è necessario valutare di volta in volta le variabili.
Perché scegliere il canone concordato?
Sono molti i vantaggi del canone concordato, sia per gli inquilini che per i proprietari.
Le agevolazioni per i proprietari:
Il proprietario che decide di stipulare un contratto di locazione a canone concordato può godere di detrazioni e di vantaggi fiscali. In cambio di un canone regolamentato il proprietario avrà delle agevolazioni, che nella maggior parte dei casi consentono una migliore rendita rispetto al canone libero.
Gli sgravi fiscali per proprietari sono:
- Riduzione della base imponibile per IRPEF e imposta di registro;
- Riduzione IMU e TASI al 75%
- Cedolare secca al 10% (confermata ancora per tutto il 2021)
Le agevolazioni per gli inquilini:
I vantaggi di un contratto di locazione a canone concordato sono evidenti per l’inquilino, che può infatti affrontare spese di affitto più contenute.
A differenza di un contratto d’affitto a canone libero, in cui la definizione del canone segue i prezzi di mercato, l’affitto a canone concordato rende più bassi ed accessibili gli importi dei canoni di locazione.
Inoltre, se il locatario appartiene ad una fascia di reddito œdebole può godere anch’esso di agevolazioni fiscali.
In quali casi si può applicare un contratto di affitto a canone concordato?
Il canone concordato è applicabile a qualsiasi proprietà privata, concessa a uso abitativo, transitorio o a studenti universitari per la durata:
- di 3 anni + 2 di rinnovo (o 3) per le abitazioni;
- da 6 a 36 mesi per gli studenti universitari;
- da 1 a 18 mesi per i contratti transitori
Si possono stipulare contratti a canone concordato sia per un intero immobile sia per una o più stanze.
In generale il canone concordato è più basso rispetto ai prezzi di mercato, in particolar modo nelle grandi città .
Come registrare il contratto
I contratti possono essere registrati utilizzando il modello per la Registrazione Locazioni Immobili, e può essere fatto in tre diversi:
- di persona all’Agenzia delle Entrate;
- online, utilizzando i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate
- incaricando un intermediario abilitato
Riepilogando, ecco i punti fondamentali da ricordare:
- La registrazione del contratto è obbligatoria e deve essere effettuata entro 30 giorni dalla stipula, pena nullità del contratto;
- Per la stipula del contratto a canone concordato è obbligatorio l’uso di modelli predisposti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
- Allegare Certificazione Energetica e alla Dichiarazione di conformità degli impianti, per evitare di incorrere in sanzioni;
- Allegare attestazione della rispondenza del canone ai contenuti degli accordi, per poter accedere alle agevolazioni fiscali;
- Specificare œOpzione Cedolare secca per avvalersi di questa agevolazione fiscale.
Per tutte le info sul Summit clicca qui >>> Strumenti di Successo negli Investimenti Immobiliari
Buona Vita
Antonio Leone