C’era da aspettarselo? Forse non poteva andare diversamente, dopo quello che si era saputo in merito alla riforma del catasto prospettata dal governo e di cui ho già parlato in questo articolo.
All’epoca del mio primo post sulla questione avevo, infatti, sottolineato che ci sarebbero stati dei rincari non da poco e così è andata. Oggi la riforma del catasto riceve uno stop e proprio a causa delle stangate che prevede sui patrimoni dei cittadini.
Cosa stabilisce la riforma?
Stabilisce una vera rivoluzione determinata da un algoritmo e da una serie di parametri di calcolo totalmente stravolti rispetto a quelli di oggi:
- gli immobili non saranno più suddividi in vani ma il valore sarà stabilito in base ai metri quadri;
- al posto delle tante categorie ce ne saranno solo due: ordinaria e speciale;
- si prenderanno in considerazione la zona in cui si trova l’immobile, quanti servizi ha, che genere di affaccio possiede, se è presente l’ascensore e così via.
Nei metri quadri, poi, dovranno rientrare anche gli accessori, dunque aumenteranno i metri quadri e con loro le tasse da versare. Già solo questo produrrà una lunga serie di ricorsi, ne sono convinto.
Perché lo stop alla riforma del catasto?
Semplice. Perché il governo ha effettuato delle simulazioni e i nuovi valori degli immobili sono schizzati alle stelle, soprattutto gli immobili popolari presenti nei centri storici di alcune città .
Di quanto salgono i valori?
A Napoli di 6 volte, a Roma di 4 e a Venezia di 5, per non parlare degli immobili in periferia, il cui valore sale di 4 volte se si trovano a Firenze.
Insomma, il rischio reale è quello di imporre un aumento di tasse che creerebbe ancora più malcontento nell’opinione pubblica, già troppo preoccupata dai continui salassi dello stato e non disposta più ad accettarne altri.
Comprensibile, dunque, che il governo abbia deciso per questo saggio dietrofront, anche se si tratta più di una mossa politica che di una vera intenzione di porre rimedio a una riforma selvaggia.
Infatti, i consensi sempre più in calo e le proteste che si prospettano, nel caso la riforma passasse così com’è, rappresenterebbero un altro duro colpo per l’attuale squadra governativa, che si è decisa almeno per ora a mettersi un freno.
Il dubbio, però, resta: cosa seguirà al blocco della riforma del catasto?
La riprenderanno fra qualche tempo così com’è ora oppure la modificheranno ponendo al centro le possibilità economiche del cittadino e non l’urgenza dello Stato di fare cassa?
Al solito staremo a vedere, ma posso già anticipare che se tutto resta così, non solo si spremeranno ancora di più le tasche dei cittadini, ma si porranno le fondamenta per un altro blocco del mercato immobiliare.
Chi sarà disposto ad acquistare casa se mantenerla costerà , in prospettiva, più del suo prezzo di acquisto?
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Buona Vita,
Antonio Leone