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Da immobiliarista di lungo corso mi sono sempre preoccupato dell’ambiente condominiale, sia quando ho acquistato immobili personalmente, sia quando mi hanno chiesto consigli su dove era meglio investire.

La vivibilità  di un immobile, infatti, si misura anche dal grado di tranquillità  che garantisce a chi ci vive e acquistare un appartamento in un condominio rumoroso non è certo un grande affare.

Non è raro finire in situazioni in cui le liti condominiali sono all’ordine del giorno. A quel punto cosa fai? Sopporti o metti in conto un trasloco. Oppure, se hai dato in affitto il tuo immobile, puoi solo prepararti alle continue lamentele del tuo affittuario.

In ogni caso, è una bella gatta da pelare.

Ma in soccorso di migliaia di condòmini esasperati dal fracasso dei loro vicini rumorosi è arrivata la Cassazione con una sentenza del 10 luglio scorso, che ha obbligato una famiglia a risarcire i confinanti per i danni provocati dal pianoforte suonato dalla figlia durante le ore di riposo.

E dire che il pianoforte non è proprio uno strumento insopportabile. Pensa allo stereo a tutto volume o al televisore sparato a mille, mentre cerchi di prendere sonno. Ci sono, infatti, momenti del giorno in cui è vietato disturbare con rumori molesti, ma finora non mi pare ci si fosse espressi così decisamente a difesa del diritto di proprietà  immobiliare.

Cosa dice la legge sulle immissioni rumorose e sugli orari?

In realtà  non c’è una legge che stabilisce in quali orari e giorni è lecito emettere rumori intollerabili e di solito tutto è rimesso al regolamento di condominio. Ma proprio perché non esiste una norma di legge, è il giudice a stabilire di volta in volta se il rumore intollerabile sta ledendo il godimento e il diritto di proprietà  della propria abitazione.

Per fare un esempio: è tollerabile un asciugacapelli nei normali orari di attività  quotidiana, non è ammissibile a mezzanotte.

E’ tollerabile uno stereo a palla (forse) durante il tardo pomeriggio, è intollerabile nelle ore di riposo pomeridiano o di notte.

Tuttavia, nonostante la discrezionalità  del giudice, che decide in ogni singolo caso se i suoni provenienti dall’appartamento accanto sono di disturbo, vale solitamente la regola dei 3 decibel.

Oltre i 3 decibel si parla di rumore molesto

In tribunale vale questa regola, per cui se il suono proveniente da casa dei vicini supera i 3 decibel, allora la soglia di tollerabilità  è superata e si può denunciare il proprio confinante per disturbo della quiete e per lesione del diritto di proprietà . Ma vanno considerati anche altri parametri, come per esempio lo spessore delle pareti e quanti altri condòmini si lamentano per lo stesso problema.

Risarcimento e insonorizzazione

La sentenza del 10 luglio arriva a sancire una serie di principi e riconosce il risarcimento anche nel caso di un semplice pianoforte suonato alle 10 di sera.

Infatti, secondo la Suprema Corte produrre rumori intollerabili equivale ad una attività  illegittima che non può in nessun modo richiedere un sacrificio da parte dei vicini. Scatta, quindi, il risarcimento del danno e in aggiunta a questo anche l’obbligo di insonorizzare la stanza, coibentandone le pareti.

A questo punto, se hai anche tu dei vicini particolarmente rumorosi durante le tue ore di riposo, puoi chiedere un risarcimento del danno.

Ricorda che basta la testimonianza di un altro vicino per provare la legittimità  della tua richiesta, altrimenti il giudice nominerà  un perito che avrà  il compito di stabilire se il rumore che ti arriva in casa è tollerabile o meno.

Hai vissuto anche tu un caso del genere? Se i tuoi vicini hanno reso insonni le tue notti, lasciami la tua testimonianza e dimmi come hai risolto.

Intanto, resta sempre aggiornato  sulle novità  che riguardano gli immobili.

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Buona Vita,
Antonio Leone