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Le origini e la storia del progetto “Scouts in Silicon Valley”, finanziato dalla Farnesina e che porta in Usa giovani laureati dell’Università  Federico II a sondare opportunità  di business La piattaforma “GoodExchange” di Antonio Leone “Ragazzi, non presentatevi in Silicon Valley se non avete un progetto scalabile per un miliardo di clienti.”

Con questa iperbole l’imprenditore napoletano Antonio Leone si è rivolto ai giovani startuper di Napoli, per invogliarli a partecipare al progetto “Scouts in Silicon Valley” della Farnesina, Università¡ Federico II e Unione Industriali di Napoli.

Gli astanti sono impalliditi. Ma l’approccio è quello giusto. Silicon Valley è la piattaforma per far crescere imprese tecnologiche a livello globale. Chi decide di usarla deve avere un prodotto tecnologico forte, un certo giro d’affari (la “traction”), chiarezza di idee, ambizione, umiltà¡ e coraggio.

Non pago del suo successo negli affari a Napoli, Antonio Leone è alle prese con il lancio della sua startup Cambiomerci (“GoodExchange”) a San Francisco, una piattaforma digitale per il baratto. Sta vivendo sulla sua pelle tutte le difficoltà  dell’ambiente supercompetitivo di Silicon Valley, ma ne ha intravisto chiaramente le succose opportunità . E vorrebbe che altri napoletani facessero il salto: dalla sua iniziativa è nato il progetto degli Scout. L’obiettivo dell’operazione, finanziato dalla Farnesina, è di mandare avanti in California un team di giovani laureati della Federico II come testa di ponte per le startup di Napoli che vogliano sondare il terreno in Silicon Valley.

I ragazzi saranno coordinati dal professor Roberto Vona della stessa università¡ (Vona e Tom Byers di Stanford sono autori del volume Technology Ventures pubblicato nel 2011 da McGraw-Hill). Il team farà  da agente ad un certo numero di startup selezionate nel quadro del programma Start’N’Up dell’Unione Industriali di Napoli in incontri con imprese, venture capitalist e altri soggetti dell’ecosistema di Silicon Valley, organizzati col supporto del Consolato.

I ragazzi intervisteranno anche le startup italiane presenti in Silicon Valley per cercare di capire ostacoli e fattori di successo della loro attività¡. “Testeremo un modulo” osserva Vincenzo Caputo, vicepresidente dei giovani imprenditori di Confindustria “che potrebbe essere esteso anche a livello nazionale.” Napoli, in effetti, si sta facendo sentire parecchio di recente dalle parti del Golden Gate: l’anno scorso sono partiti diversi progetti comuni all’insegna del motto “uniamo le due baie”.

La città  ha fatto conoscere la sua cultura con uno spettacolare Requiem verdiano congiunto del San Carlo e dell’Opera di San Francisco; ha lanciato un programma di cooperazione scientifica che ha portato ad una conferenza con premi Nobel sulla biologia dei prioni a maggio a Castel dell’Ovo; il Comune ha firmato un accordo per collaborare con la città¡ di San Francisco sulle pari opportunità¡ e i diritti civili. Una volta tanto, è il Sud ad aprire la strada. Mauro Battocchi Consul General of Italy in San Francisco

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